giovedì 29 dicembre 2011

Nadae 2011 ( Natale 2011 )

Me auguro stè feste
serene sian per noi
ch'el pan da toea non manchi
par darlo ai nostri fioi.
In fondo i nostri veci
jera za abituà
a non magnare tanto
coa boca sdentegà.
Sperem che stò siensiato
quando ch'el gà finio
nol voia anche stroparne
el buso del dadrio.
Un giorno dopo l'altro
la vita se ne va
cantava Luigi Tenco
un fià de tempo fa.
Sicuro che qua in terra
semensa non fazemo
anca se tutti i giorni
sforsandose ciavemo.
Però sti quattro giorni
passemoi da cristiani
e nò, sarài in tea cucia
sbaiando come cani.
Oh! caro Bambineo
nassendo ai nostri giorni
el te fasea pagare
anca a ti l’IMU el Monti.
Perdona la franchessa
e damme un fià nà man
noialtri non voemo
chi toe ai poareti el pan.
Ve auguremo a tutti
de passar ben le feste
magnando pochi dolsi
e un fià più de menestre.
Dazendove un baseto
strenzendove anca a man
ve auguro un fià mejo
ch’ea vaga da doman.

Imprimenda 2011 ( in occasione della presentazione del calendario)

Son trascorsi ormai vent'anni
da quel giorno quando Amato
per quadrare il suo bilancio
si rivolse al pensionato
ed esposta la ragione
mise mano alla pensione. (1993)
Ben sapea di farla franca
quando fece il salto in banca
poi tra fulmini e scintille
se ne andò col sei per mille.
Se si muovon quei signori
sono lacrime e dolori
per far bene il lor dovere
a noi tappano il sedere
se la lingua s’alza e schiocca
poi ci tappano la bocca.
Franco Zago e Pippo Zella
ch'eran dentro a una padella
si deciser di provare
sulla brace a passeggiare
camminando a gambe tese
sul registro delle imprese.
Messo insieme un gruzzoletto
intrapresero quel viaggio
che comporta sacrifici
ed in cuor tanto coraggio.
Ben pensando che chi in groppa
meglio sta di chi galoppa
qui fondarono un'azienda
che chiamarono imprimenda.
Duri i tempi per l'impresa
che ridotta gia la spesa
per restare sul mercato
anche l'anima ha impegnato.
Stampa in nero l'Imprimenda
e i clienti suoi accontenta
se il soggetto son dei fiori
loro stampano a colori
cambian corpo quando serve
dimostrando la lor verve.
Ogni anno un calendario
da sgranar come un rosario
che ricorda in ogni mese
quando fare certe spese.
E a chi avanti è un po’ negli anni
ricorrenze e compleanni
e si sente più sicuro
se lo vede appeso al muro.
Ogni pagina un quadretto
che ritaglio e che via metto
con paesaggi o arte astratta
o un ritratto di pulzella
e ogni pagina che sfoglio
sembra l'opera più bella.
Non son fatti di modelle
che vestite sol di pelle
fan passare la fessura
come segno di cultura.
Io di certo non disdegno
e le guardo, ed è buon segno,
ma non penso che il sapere
si ritrovi nel sedere
meno ancor chiamerei arte
quel che c'è dall'altra parte.
Questi zaghi son dei maghi
col colore e col pennello
sulla tela van spalmando
quel che han dentro al cervello.
Li han cercati in tutto il mondo
tanti artisti han ritrovato
ma l'onore e il posto giusto
solo ai Zago han riservato.
Con la chiesa han stretto un patto
e or quei preti poverini
solo da lor dovranno andare
per stampare i volantini.
L'altro giorno giù di botto
m'è venuto questo motto:
"Quando faccio la merenda
penso sempre all’Imprimenda
che mi nutre con amore
nel cervello e dentro al cuore".
Con tenacia e con sapienza
ed un po’ di provvidenza
questa azienda imprime in nero
quel che nasce dal pensiero
cosi lascia a gens futura
la sua orma di cultura.

Laurea o La ...Urea

Oh caro il mio Dimitri
quest'oggi sei dottore
e aggiungi stò prefisso
a quello di signore.
Lo sforzo e la fatica
sui libri hai dedicato
da tempo aimè la fica
purtroppo hai trascurato.
Son certo un bel regalo
farà la fidanzata
non so se molla tutto
o solo una palpata.
Sei giunto giusto in tempo
in mezzo a sto casino
dovrai lottare duro
è questo il tuo destino.
Si parla ancor di crisi
del mondo e dei valori
sarà ma non so quando
noi ne verremo fuori.
Sei un bravo e bel ragazzo
gentile ed educato
non prevaler col cazzo
ma col cervello amato.
Ricorda i bei principi
sorreggono i torrioni
vedrai che nel bisogno
saranno i soli buoni.
In questa nostra vita
bisogna si sapere
ma a volte un pò di culo
ci aiuta anche a godere.
O caro il mio dottore
non far cavallo pazzo
ragiona col cervello
e non … solo col cazzo.
Sei giunto a questa meta
prosegui il tuo cammino
fai festa con gli amici
bevendo del buon vino.

Congratulazioni !!!

martedì 23 agosto 2011

Una Mamma

Una mamma é un dolce sorriso
un sussurro,
un seno, una fonte di vita,
una donna,
una mensa imbandita.
Un cuore che batte,
un sospiro,
uno sguardo sincero,
è quel grembo che accoglie,
che dona e che sempre perdona.
una mamma é una mamma
e per questo che è buona.
È lei sempre la prima parola,
capanna, rifugio, conforto,
lei sola,
le sue lacrime asciuga in silenzio
quando il cuore le arreca dolore.
Lentamente lei invecchia
e poi muore.
E non chiede compenso
e in silenzio lei lascia la vita,
si abbandona,
la sua fede è infinita,
vede già quella luce la in fondo
dopo il tunnel del mondo,
che le insegna la via.
Si trasfonde
e riverbera in pura energia
in un pugno d'amore,
in un piccolo seme
che rigenera vita e follia,
e diventa poesia.
Dolce mamma ti voglio un gran bene
e vorrei alleviar le tue pene
vorrei farti regina di un regno,
incantato,
come questo creato.
Vorrei essere un uomo
che sa chieder perdono.
Vorrei essere degno
dello sguardo tuo fiero
del tuo cuore sincero
del tuo amore
che con gioia infinita
mi ha donato la vita.

domenica 17 luglio 2011

Sesso o Amplesso

Sesso sesso sesso
voglio farlo spesso
voglio farlo adesso
voglio farlo sempre
quando l'amor mi prende.

Su apri le tue gambe
e accogli questo glande
che scivola sicuro
nel tuo pertugio oscuro
fino a trovare in fondo
l'origine del mondo.

La nostra fantasia
scatena la frenesia
espande i nostri sensi
più di quel che tu pensi
si imperla la tua pelle
di gocce come stelle.

Noi proseguiamo il viaggio
attratti da quel miraggio
partendo dalla bocca
che impara quel che tocca
giungendo fin a la mente
ove divien cosciente.

Sopra di te il mio corpo
respira a fiato corto
con nobile baldanza
lui compie la sua danza.

Si innalza poi discende
con ritmo via crescente
schiumando in questa onda
poi dolcemente affonda.

La voluttà ci inebria
la carne e anche la mente
si avvinghiano le cosce
al corpo mio fremente.

Discende con violenza
nel fiore dove è entrato
e in fondo si ritrova
nel posto dove è nato.

Si inarca la tua schiena
indietro il capo tende
da fremiti e sussulti
percorso è già il tuo ventre.

Io poso le mie labbra
sul turgido tuo seno
mentre tra le tue sponde
il corpo mio si fonde.

Non riesco a soffocare
quell' urlo che dal cuore
pervade le mie membra
e poi gemendo muore.

Ricordo in giovinezza
facendo questo volo
diversa era l'ebbrezza
ma allora ero solo.

La voglia che fuoriesce
guizzando dal mio pene
inebria la vagina
che sotto di lui freme.

Spremuta dal mio membro
un pò filamentosa
si unisce a te la vita
che origina ogni cosa.

Mi scorre nelle vene
il sangue tumultuoso
si spegne il mio cervello
in cerca di riposo.

Lui piano si ritrae
si gira su se stesso
e sguscia fuori lento
distrutto dall'amplesso.

E mentre si ristora
sia il corpo che la mente
ripongo il mio bel glande
ancor nelle mutande.

Io son felice e triste
come non son mai stato
il corpo mio e lo spirito
di te si è inebriato ...

...mentre nelle mutande
riprude già il mio glande

Il Mattone e il Granello

C'era un grande e bel mattone
pronto per la costruzione
che stipato in un bancale
borbottava e stava male
impaziente lui com' era
di finir la sua carriera
in un posto assai sicuro
incastrato dentro a un muro.

Proprio adesso sul più bello
tosto arriva un bel granello
un granello tondo e tosto
che al mattone ruba il posto.

Il mattone disperato
per il posto a lui rubato
si rivolge al muratore
che in un bagno di sudore
sta portando la carriola
con la malta e la cazzuola
su per l'erta impalcatura
sotto il sole e la calura.

Ogni tanto quando è stanco
scende giù con il paranco
e si mette lesto lesto
sotto un'ombra dove è fresco
col salame e del buon vino
si prepara uno spuntino.

Che borbotti o bel mattone
perchè fai sta confusione ?
Non sei forse tu contento
di esser cotto fuori e dentro ?
Tutto liscio e ben squadrato
come fossi un bel soldato
ti ritrovi messo in fila
a formar na' bella pila
arrossato dalla brace
di tua madre la fornace ?

Tu lo dici, son contento
rosso fuori e tosto dentro
con pazienza sto aspettando
che mi posi tu, cantando
proprio a fianco a mio fratello
un mattone pure quello.

Sopra sotto, anche di lato
tu con l'acqua m' hai bagnato
con un pennello che giu goccia
e mi vuole far la doccia
perchè umido vi spiego
alla malta meglio lego
altrimenti sta calura
rende aimè la malta dura.

Poi mi assesti un colpettino
che mi drizza per benino
sopra e a fianco mi lavori
e la malta sguscia fuori
per veder se sono in piano
poi mi lisci con la mano
e per essere sicuro
mi traguardi lungo il muro.

Mentre avviene tutto questo
giunge un essere molesto
che al mio posto vuol posare
le sue chiappe tonde e chiare.

Troppo piccolo e dimesso
per potermi fare fesso
altri mille volte cento
di granelli col cemento
son con l'acqua mescolati
poi tra tavole gettati
perchè non combinin guai
costruito han dei solai.

Ma sei proprio tu sicuro
non sia utile al tuo muro ?
Anche se dimesso e steso
lui sorregge anche il tuo peso
e sebben tu non lo vedi
te lo trovi sotto i piedi
altrimenti al primo passo
tu cadresti con fracasso.

Seccamente quel mattone
non sentendone ragione
si rivolge al muratore
che si asciuga il suo sudore
mentre in aria forte eccheggia
un gran rutto e una scoreggia.

"Io non so se hai ragione
nel promuover la questione
Perchè prendi le difese
di quell' essere scortese
e perchè lui che è inferiore
solo a te sta proprio a cuore!"

Io tra tutti sono il re
che sarebber senza me
quei palazzi vittoriani
costruiti su due piani ?
e quei grandi grattacieli
che alle nuvole fan steli ?
E le case di ogni artista
coi mattoni faccia a vista
dai turisti immortalate
per le splendide facciate ?

Bel matton cala la boria
prima di cantar vittoria
con la calma e la prudenza
fai l'esame di coscienza.

Non ricordo tu sia nato
tutto rosso e levigato
ma alla fine di un processo
alle volte un po' complesso
che prevede la mistura
e pian piano la cottura
di un miscuglio di granelli
che pur loro son fratelli.

Quindi taci e stai li buono
se tu vuoi che ti perdono
altrimenti fai fagotto
perchè ora tu mi hai rotto.

E una bella bettonata
verrà sopra a te gettata
con del ferro rinforzata
che chiamiam cemento armato
prenderà il tuo posto al sole
trasportata da carriole.

E su in alto in alto in cielo
costruiremo un grattacielo
poi li sopra sulla vetta
metteremo una targhetta.

"Non c'è l'ombra di un mattone
che vuol farla da padrone
ma del solido cemento
con un' anima nel centro
che forgiata nell'acciaio
regge mura e anche solaio".

Fu così che da quel giorno
cementiamo tutto intorno
tutta colpa del mattone
dalla grande presunzione
che non s'era mai accorto
d'esser lui che aveva torto.

È l' union che fa la forza
dice all' albero la scorza
se la merda monta in scanno
certamente farà danno
e più in alto ha le sue fronde
più la puzza intorno effonde.

sabato 28 maggio 2011

Gianni e Teresina (35° matr.) pellegrinaggio a Medjugorje

Xe stà nà bea sorpresa
scoprire stamattina
che jera anniversario
de Gianni e a Teresina.
Noi gheva ditto gnente
i nostri cicisbei
perchè i no i voeva
spendere ancora schei.
Tra piere e tra rosari
strafanti e fassoetti
i ghea impienio a vaiza
e un paro de sacchetti.
Par tutti i gheva tolto
spillette e ricordini
i gheva fatto fora
un sacco de soldini.
Finimo dize Gianni
in pressa ancha sto viajo
parchè non so se i basta
i schei fin fine Majo.
Ve pare che sia giusto
e proprio necessario
che dopo i trentasinque
lo ciami anniversario ?
Passa' xe un fià de anni
amore te l'ho detto
che i fossi mi saltavo
che jero un cavareto.
Invesse al di de uncò
fazendome corajo
pà andare co a mojere
me voe del formajo.
Amore amore bello
amore amore caro
me vien in nà mente ancora
chea volta sul paiaro.
Adesso che garia
un sacco de bon tempo
me par de fare el frate
sarà dentro a un convento.
Gavem capio che Gianni
ga tanta devossion
sperando en te un miracoeo
l'è andà anca in procession.
Oh! Caro amico Gianni
oh! cara Teresina
si vegnù qua a Medjugorje
a fare un fià benzina.
Noi vi auguriam di cuore
che siate voi felici
per tanti anni ancora
assieme ai vostri amici.
Che vi vogliate bene
e andate voi d'accordo
se uno parla troppo
l'altro si faccia sordo.
Date per primi esempio
senza tanto parlare
vedrete che alla fine
da voi saprò imparare.
Fine de sta poesia
fine dea romanzina
femo cin cin coi goti
de Gianni e a Teresina.

giovedì 28 aprile 2011

Al piccolo Marco

Risplende sul tuo viso
riflesso dal candore
lo splendido sorriso
che a tutti ruba il cuore.
O dolce passerotto
che esplori questo mondo
in punta dei tuoi piedi
correndo sempre in tondo.
Al ritmo della musica
dimeni il sederino
con tanta tenerezza
e grazia da bambino.
Ti aggrappi alla tua mamma
Se provi nostalgia
E poi tu fai la nanna
Sognando la Sofia.
Che lì sotto alla tavola
vuol fare la micina
e dei ginocchi i buchi
rattoppa la nonnina.
Della tua cara mamma
tu cerchi la sua pelle
e posi pian l'orecchio
in mezzo alle sorelle.
Il ritmo del suo cuore
ti culla dolcemente
nel grembo della mamma
riporta la tua mente.
Quel ritmo cadenzato
che riconosci ancora
ti coccola e protegge
e segue sin da allora.
In ancestrali mondi
riporta la tua mente
e lega te alla mamma
indissolubilmente.
Le palpebre si chiudono
e come i bimbi buoni
nel regno di Morfeo
ti inoltri e ti abbandoni.
Lo sguardo tuo è sì dolce
perchè ti senti amato
anche se a far capricci
da poco tu hai imparato.
Oh! caro bimbo bello
oh! pacioccone mio
se segui la maestra
che ci protegga Iddio.
Arriva a casa il babbo
la sera dal lavoro
e dentro alle sue braccia
ritrovi tu ristoro.
Ti stringi forte al petto
poi abbracci anche Sofia
Dicendo "E' la mia tata"
"La sorellina mia".
Ti arrampichi e ti sdrai
li sopra a quel divano
e guardi un bel cartone
con una tigre in mano.
E proprio una passione
leoni,  dromedario
ti piaccion gli animali
farai il veterinario.
Speriamo tu non veda
gironzolar dei gatti
o in te scatta la molla
e diventiamo matti.
Il volto della mamma
sorride mentre pensa
e dentro agli occhi belli
si forma la condensa.
Pensa come Cornelia
la madre dei due Gracchi
questi son i miei tesori
nessuno me li tocchi.
Oh! fior di primavera
sbocciato in questo prato
di tutti sei il più bello
l'orgoglio del creato.
Vivi questa tua vita, vivi
vivila con il cuore
inebriati di essa
ma sempre con amore.
Cresci e diventa grande
di animo e statura
affronta la tua vita
sia bella o sia essa dura.
E accesa dall'amore
del babbo e della mamma
nel piccolo tuo cuore
risplenderà una fiamma.