giovedì 11 dicembre 2008

60 Anni ... Ricordi ... in rima

Cari ragazzi il tempo è volato
qualcun di noi s’è perso e poi s’è ritrovato
a tutti quanti fu esteso l'invito
ma pochi sembra lo han recepito.
Noi volevamo assieme brindare
e i sessant’anni un po’ esorcizzare
un compleanno davvero speciale
passarlo assieme non penso sia male.
Crudele il tempo che le spalle schiaccia
e sopra il viso lascia la sua traccia
ma in fondo al cuore noi siamo gli stessi
e dentro agli occhi gli stessi riflessi.
Coi sogni in tasca iniziammo il cammino
ma fu propizio per tutti il destino ?
non serve a volte avere le palle
se la fortuna ti volta le spalle.
Lungi da noi il far dei confronti
coi nostri amici noi siamo sempre pronti
e se qualcuno ci chiede una mano
noi prontamente gliela porgiamo.
Ricordo ancor con molta nostalgia
le corse folli lungo quella via
nel fieno secco quelle capriole
che facevam felici sotto il sole.
Fin quando esausti a casa rientravamo
e sgrida e botte poi ci prendevamo
ci sentivamo in cuore campioni
ma per la gente soltanto lazzaroni.
Quando di Maggio in ogni contrada
tutta la gente la sera si incontrava
piccoli gruppi attorno ai capitelli
come se fossimo tutti fratelli
e mentre il giorno fuggiva via
noi intonavamo l’Ave Maria.
Qualche bimbetto si defilava
andando a lucciole lungo la strada
volendo a tutti farle vedere
le imprigionava in un bicchiere.
Ricordo quanto abbiamo giocato
con i sassetti sopra quel selciato
che prima in alto noi lanciavamo
e poi col dorso riprendevamo.
O lo scalone segnato per terra
un piede in alto, alto da terra
calciava l'altro una scaglietta
saltando dentro a dei quadrati
che avevamo noi disegnati.
E giocavamo davanti al sagrato
bello nel nome, Felice e Fortunato
a tegna alta poi a bandiera
e a nascondino fino alla sera.
A fazzoletto a mussa e a corda
E tanti altri chi si ricorda ?
(Pindolo , banditi , mago , palla …)
La buona frutta noi rubavamo
poi sopra l’erba noi cadevamo
un po’ impauriti in tutta fretta
poi via di corsa in bicicletta
quando giungeva urlando il padrone
che ci menava con un bastone.
Nulla avevamo eppur felici
noi eravamo di tutti amici
ma si vedeva a volte di botto
volare in aria qualche cazzotto
perché sappiamo che in un pollaio
più galli metti più grande è il guaio.
E siam cresciuti tutti in quegli anni
vestendo sempre gli stessi panni
sembravan proprio pedate di mulo
quelle due pezze sopra al culo.
E la domenica si andava a messa
la tiritera, sempre la stessa
pregava Il prete li sull'altare
noi giù in latino a miagolare
da quelle bocche che strafalcioni
che il buon Dio ce li perdoni.
Ognuno attento se il suo vicino
interpretando un po’ quel latino
tirava fuor nuove parole
che pronunciate assieme o sole
rendevan vive quelle preghiere
più colorite e a volte più vere.
La fionda a elastici di para dura
noi costruivamo con grande cura
con la forcella ben sagomata
e dentro al forno poi brustolata
in quelle tasche di noi ragazzi
trovava posto assieme ai sassi.
Quanti fischietti tutti di ottone
ci fabbricammo con gran passione
con le cartucce sparate fuori
dalle doppiette dei cacciatori.
Un bel grembiule, colletto bianco
sul petto i numeri oppur di fianco
tutti alla scuola ci recavamo
in doppia fila man nella mano.
Penna pennino, matita e gomma
Il sussidiario due o tre quaderni
e un bel panino di mortadella
trovavan posto nella cartella.
Questi ragazzi senza pretese
sono cresciuti con poche spese
e un po’ più grandi senza fiatare
sono partiti per militare.
Le pie fanciulle più miti e buone
sollecitate dalle matrone
si sono messe di buona lena
lenzuola e federe a ricamare
e un bel corredo confezionare.
Ci sono stati un po’ più avanti
I primi amori e i primi pianti
e a volte persa la tramontana
hanno sfilato giù la sottana.
Piccole cose un po’ banali
Poi divenute molto speciali
un bel sorriso o una carezza
portano gioia dov’è tristezza.
Finale
Or siamo tutti grandi e vaccinati
Qualcuno scapolone altri sposati
Con tanti nipotini da viziare
E tante troppe cose ancor da fare
A Te o Dio del ciel sull’alto trono
Chiediamo solamente un altro dono
Non so se è compatibile ai Tuoi fini
Ma facci ritornare ancor bambini….
E se alla fine noi dovremo poi incontrarci
Te lo farem saper quando chiamarci.