lunedì 27 dicembre 2010

Marco e Sofia Natale 2010

Intirizzito e un po’ acciaccato
anche quest'anno Natale è arrivato
è rattoppato il suo vestito
la barba incolta e l'occhio avvilito.
Se questa crisi non ha una svolta
e ci fa ricchi come una volta
dovrà anche lui unirsi al coro
di chi ha perduto o perde il lavoro.
La grande slitta trainata da renne
sfiorando tetti camini ed antenne
da vento e neve accompagnata
sopra ogni casa si è un po’ fermata.
Piccolo o grande un pacchettino
gettato giù ha in ogni camino
di tanto in tanto a torto o a ragione
come regalo ha lasciato carbone.
Magica notte brilla una stella
del firmamento e lei la più bella
ai magi e al mondo mostra il cammino
scosceso e aspro che porta al Divino.
Una madre , un bimbo,un padre e una culla
un po’ di paglia e poi più nulla
sta dentro al cuore il vero tesoro
la scorza fuori è sol per decoro.
E più importante la tua carezza
che la tua arte o tua bellezza
perché come tutte le cose vere
anche un cieco la può vedere
e pian pianino produce amore che
non inquina e scalda il cuore.

lunedì 15 novembre 2010

I BALUATI

Questo è un piccolo pensiero
che vuol far la compagnia
quattro rime messe in crose
e che dopo a sia finia.
Unco Antonio e so moiere
che a saria a baluata
si capissi quel che digo
a xe a Ada fasolata.
I decide che xe ora
de far festa coi so amissi
a ricordo de quei tempi
quando i jera ancor novissi.
Quando ancora el merlo maschio
che pasiensa nol gaveva
el sercava sempre el gnaro
e la sempre el ghe o meteva.
Ea contenta come a Pasqua
e col cuor riconoscente
a ghe andava sempre drio
par non farghe mancar gnente.
Poi col tempo che pian passa
anca a passera se scassa
e cominsia un fia a pesare
anca a vita coniugale.
Famme questo famme queo
Famme a spesa e torna indrio
non fermarte la zo in strada
a imbastir na ciacoeada.
Ti sta sitta non fiatare
qua so mi par comandare
e se a ti non te sta ben
Te poi pure ritornare
da to pare e da to mare.
Pian pianin come conviene
po se impara a stare insieme
più coa lima che se russa
pi che i spigoi se smussa.
E se impara a proprie spese
de no avere piu pretese
col rispetto e co ea pasiensa
se risolve ogni eveniensa.
Sensa tanto sberegare
e tirare tanto ea bocca
fare queo che a ti te toca
cossi tutti ze contenti
e sorride a quattro denti.
Caro Antonio cara Ada
quanto siete fortunati
tanto un tempo quanto adesso
voi vi siete sempre amati.
Sia nel fior di giovinezza
sia con fiori più maturi
condiviso avete sempre
tempi buoni e tempi duri.
Poi la pace pian li prende
sol dei sensi ben s'intende
e i miei cari cicisbei
diventati son fradei.
E la dentro al comodino
i fa adesso da paroni
un rosario e na bea bibbia
proprio al posto dei goldoni.
Or la gioia riempie il cuore
e svanir fa ogni tristezza
ogni volta un nipotino
che con tanta tenerezza
dice nonna e caro nonno
io vi voglio tanto bene
e stringendosi sul petto
fa capir che v'appartiene.
Una lacrima salata
scende piano lungo il viso
pulsa forte in petto il cuore
e sbocciare fa un sorriso.
Vi vogliamo tutti bene cari amici e noi vogliamo
che possiate sempre assieme esser felici.
Non vi voglio più annoiare ...
or coe gambe soto ea toea
scominsiemo anca a magnare.

giovedì 12 agosto 2010

Gli Elfi e Sofia

In un giorno d’estate, tra gli elfi e le fate,
un verde ranocchio strizzandomi l’occhio
mi fece capire che sopra a un bel prato
di questo paese, paese incantato,
si era posata una bella farfalla
un po’ rosa e un po’ gialla.
Il verde ranocchio, ch’è un principe buono,
di un regno incantato le volle far dono
e un bacio le diede, più dolce e più lieve
di un fiocco di neve.
Così per incanto così per magia
tra le ali dischiuse apparve Sofia.
E mentre le dava quel bacio d’amore
promise giurando dal fondo del cuore
“Sarai principessa amabile e buona
del regno dei sogni avrai la corona”.
È forse il suo babbo quel principe buono,
assieme alla mamma seduto sul trono ?
Sul bianco cuscino continua a sognare
oh! dolce Sofia, e non ti svegliare.
E mentre la mamma sorride serena
la in fondo alla stanza
tra gli elfi e le fate tu inizi la danza.

lunedì 2 agosto 2010

Il compleanno di Egle ( Il tempo che scorre )

Il compleanno arriva puntuale
anno su anno e a volte fa male
penetra dentro a mò di puntura
forando anche la pelle più dura.
Lui ci ricorda il tempo che passa
sul nostro corpo che pian piano si scassa.
Se lo prendiamo con filosofia
percorreremo assieme la via
se invece a forza lo vogliamo fermare
piccoli mostri andiamo a creare.
Siate felici siate contenti
anche se in bocca ci son pochi denti
non è l’aspetto ma il nostro cuore
di questa vita il vero motore.
È si pur vero che l’apparenza
a volte è utile nell’emergenza
ma a lungo andare non regge il gioco
e ci abbandona a poco a poco.
La vita è bella e piena di gusto
basta guardarla dal verso giusto
un ramoscello, un’ape, un bel fiore
ognuno brilla del proprio colore
una carezza un dolce sorriso
fanno sbocciare sia gli occhi che il viso.
Passa tranquillo o tempo un po’ ingrato
quando tu passi mi sposto di lato
mentre di spalle ti vedo andar via
pian piano evapora l’anima mia.

martedì 4 maggio 2010

A VANESSA

E’ sceso giù dal cielo
un angelo divino
teneva nella mano
un piccolo cestino.
Negli occhi di una mamma
ha scorto la dolcezza
e dentro al grande cuore
amore e tenerezza.
Commosso il cherubino
posato ha nella culla
pian piano il suo cestino
con dentro una fanciulla.
Le ha detto “ Sii felice …
oh! dolce principessa …”
“ Sei come una farfalla
ti chiamerai VANESSA “.
Ti librerai felice
nel ciel di primavera
rincorrerai le rondini
da mane fino a sera.
E quando infine stanca
vorrai tu far la nanna
le braccia troverai
del babbo e della mamma.
Ti accoglieranno sempre
con tanto tanto amore
ti avvolgeran nel nido
con morbido tepore.
Il cuore di una mamma
è tanto, troppo grande
con sempre una risposta
a tutte le domande.
Il cuore di un papà
è forte e generoso
nascosto un po’ nell’ombra
protegge il tuo riposo.
Propizio sia il destino
a te dolce fanciulla
che dolcemente ridi
li dentro alla tua culla.

sabato 20 marzo 2010

A Romeo

Dolce caro e buon Romeo
ci hai riuniti anche quest’anno
per far festa e per brindare
a pensione e compleanno.
Noi di cuore ti auguriamo
di campare altri cent’anni
sempre in forma e con vigore
senza acciacchi ne malanni.
Bella età sessantotto anni
bella meta non ci piove
ma sarebbe molto meglio
forse un bel sessantanove.
Mi hanno detto di recente
che da quando sei in pensione
tira poco, poco o gnente
ti manda in depressione.
Non vorrei che tu soffrissi
proprio adesso sul più beo
di quel male misterioso
detto il male dell’agneo.
Ti ricordi quando un tempo
o mio caro cicisbeo
il pensiero ti bastava
a far grosso el scanareo.
Sempre dritto sempre duro
pennellava lui con arte
ora moscio e genuflesso
el te pissa sora a e scarpe.
Ea Romea, sta poveretta
la gaveva un tempo stretta
ma col tempo e con l’usura
se a ritrova lasca e dura.
Non xe più che i tempi bei
che girava tanti osei
or ghe voe tanta pasiensa
e anca un fià de sofferenza.
Par far festa al so Romeo
e dar aria al scanareo
proprio sora a la bernarda
la ga messo na coccarda.
Par far veder che a ze cea
e par renderla più bea
con la cipria e col rossetto
e a se gà trucà el buseto.
“Signore famme morire”
el ga tacà lu a dire
e a montarla el ze partio
par davanti e par dadrio.
Pareva proprio ch’ea volta la
che sora al cofano destirà
tirando fora el compressore
el ghe gavea lavà el motore.
Caro Romeo divertiti ancora
e finche hai fiato va dentro e fora
se poi le forze ti mancheranno
non rattristarti non darti affanno.
La farmacia viene in aiuto
a chi lamenta “non son venuto”
nà pastiglietta blu oltremare
un giovanotto ti fa tornare.
E suscitare la meraviglia
di chi la prende e chi lo piglia
su dacci dentro fino all’aurora
poi ricomincia e fallo ancora.

lunedì 1 marzo 2010

A Carletto

Ho scritto in fretta queste rime per Giancarlo
anche se so che lui mi avrebbe detto di non farlo
perchè quel ch'io da dir forse non piace
a chi in fondo al cuor non si da pace.
Lo so sei diventato ancora un pò più vecchio
e sempre meno tu ti guardi nello specchio
i bei capelli biondi che portavi
e cento volte al dì tu pettinavi
li hai ritrovati un bel mattino sulle spalle
e t'hanno fatto un pò girar le palle.
Per non parlar di quel che nei calzoni
tu porti sempre a spasso a penzoloni
e come un dì Sansone ai Filistei
cadere fece il tempio degli dei
dicesti tu, che sei cocciuto più di un mulo
se più non piaccio andate a prenderlo nel culo
senza pensare che, vivendo in questi tempi
ai fatto tutti quanti un pò contenti
e invece di pensar loro a un'offesa
col cul si sono fatti anche la spesa.
E cosa dir della tua voce calda e roca
che alle ragazze un di facea, bagnar la coca ?
Caro Carletto ascolta un pò quel che ti dico
se vuoi davvero ancora essere fico
Non ascoltare più queste cazzate
e chi davanti a te le ha raccontate
lo ha fatto, penso, sol per divertire
gli amici tuoi che hai fatto qui venire.
Noi ti auguriam con tutto il nostro cuore
Felicità Salute e tanto Amore
e ci auguriam che ancora tra cent'anni
saremo qui a far festa ancor dentro a sti panni.

MR